Gruppo Ippodromi Associati – Lettera aperta al Governo

Gruppo Ippodromi Associati – Lettera aperta al Governo

LETTERA APERTA AL GOVERNO 

Mentre il Governo sta completando un nuovo decreto ristori del valore annunciato di oltre un miliardo di euro che andrà a supportare, giustamente, tutte le attività di intrattenimento, spettacolo, sport e turismo che hanno visto le entrate caratteristiche pesantemente inficiate dalle restrizioni necessarie per l’emergenza COVID-19, nessuno dei soggetti istituzionali preposti pubblicamente sostiene una soluzione, anche temporanea alla situazione kafkiana degli ippodromi italiani. Cinema, teatri, strutture turistiche di ogni tipo, società ed impianti sportivi, per quanto riportato dalla stampa e dalle anticipazioni governative, saranno aiutati da interventi a fondo perduto e a forfait per i primi tre mesi del 2022. Centinaia di milioni di euro per ciascun comparto. Nulla per gli ippodromi italiani, poche decine di strutture in prevalenza di proprietà pubblica ma gestiti da società private allo stremo.

Aziende che non solo hanno visto azzerate per oltre dodici mesi su ventiquattro a causa delle chiusure imposte, le proprie entrate da servizi al pubblico e scommesse ma hanno continuato ad operare a porte chiuse, sopportando tutti i maggiori importanti oneri di controllo e prevenzione dalla pandemia, per garantire agli operatori ippici l’allenamento delle migliaia di cavalli in attività e la disputa di corse senza alcuna finalità di spettacolo ma esclusivamente nell’ interesse degli operatori stessi che dal montepremi al traguardo stanziato dal Mipaaf traggono la loro unica fonte di sostentamento. Ebbene a queste aziende, caso forse unico nello scenario attuale del paese, la Legge di Bilancio ha sottratto ulteriori risorse fra quelle erogate annualmente dal Mipaaf a sostegno dell’attività ippica che le stesse portano avanti nell’ esclusivo interesse e sotto la totale dipendenza gestionale ed economica dello stesso Ministero. Un taglio di ca. sette milioni di euro su quarantasette, un’inezia sull’ entità degli stanziamenti pubblici previsti dalla legge di bilancio e una percentuale risibile degli undici miliardi di euro stanziati dagli Enti eroganti – UE, Regioni, Mipaaf, alle filiere agricole del paese. Ma gli ippodromi si sa sono figli di nessuno, non sono figli del Mipaaf che dispone di tutte le leve di organizzazione della loro attività caratteristica e a cui impone numero, calendario, tipologia delle corse, servizi da erogare, non lo sono del Mef e di ADM che non fanno nulla da oltre dieci anni per ammodernare il prodotto scommessa ippica e invertire un trend che lo ha cannibalizzato a favore di una marea di giochi ad alto rischio di ludopatia, non lo sono delle amministrazioni locali che esigono canoni di locazione ed imposte per servizi spesso non utilizzati (TARI, suolo pubblico, pubblicità ecc.). Un continuo rimpallo di responsabilità tra apparati dello Stato e per quattro soldi il settore muore. 2 Un appello, un accorata richiesta di aiuto al Governo, ad un entità super partes , qualcuno abbia a cuore l’ippica italiana, le decine di migliaia di addetti, le loro famiglie, l’eccellenza dei cavalli italiani che vincono in tutto il mondo. Siamo agricoltura, siamo spettacolo, siamo occupazione, siamo turismo reale o potenziale, siamo un immesso patrimonio pubblico di verde, di tradizioni di cultura e di architettura, spesso utili a passerelle o oggetto di proclami.

Non chiediamo aiuti aggiuntivi solo il giusto riconoscimento per quanto si è fatto in questi due terribili anni ed una mano a guardare ancora al futuro.  (In calce al comunicato stampa) Società di Corse e ippodromi .